Bonus edilizi, l’Agenzia delle entrate: “Finora individuati 4,4 miliardi di crediti inesistenti”

Bonus edilizi, l’Agenzia delle entrate: “Finora individuati 4,4 miliardi di crediti inesistenti”

“Un quadro preoccupante” e un dato eloquente: finora sono stati individuati 4,4 miliardi di crediti d’imposta inesistenti. Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffiniin audizione al Senato sul decreto Sostegni Ter descrive così la situazione creatasi negli ultimi mesi intorno al boom dei bonus edilizia partire dal Superbonus. In Parlamento praticamente tutte le forze politiche premono per modicare la stretta antifrodi varata dal governo con le limitazioni alle cessioni del credito, che di fatto hanno bloc miglia di interventi. Davanti alla Commissione Bilancio di Palazzo Madama che sta esaminando il provvedimento, i proprietari immobiliari di Confedilizia e gli artigiani riuniti in Cna, Confartigianato e Confapi hanno chiesto il ritorno alla possibilità di cessione multipla del credito per sbloccare la situazione venutosi a creare immediatamente dopo l’approvazione della stretta. La palla passa ora al governoche – tra ipotesi ‘bollino’ dell’Agenzia delle Entrate o cessioni permesse solo tra soggetti vigilati da Banca d’Italia – dovrà trovare velocemente un equilibrio tra lotta alle frodi e le necessità dell’economia.

L’Agenzia dell’entrate “negli anni 2020 e 2021, ha erogato complessivamente, tramite bonifico o credito d’imposta, contributi a fondo perduto per un ammontare di 24,9 milliardi di eurocorrispondenti a più di 7,8 milioni di bonifici o riconoscimenti di crediti d’imposta”, ha ffermato Ruffini, sottolineando che il decreto Sostegni Ter “prevede ulteriori fondi. “Fino ad oggi, l’attività di analisi e controllo condotta ha consentito di individuare, all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di finanza, un ammontare complessivo di crediti d’imposta inesistenti di cui agli articoli 119 e seguenti del Decreto Rilancio di 4,4 miliardi di euro”. Al December 31st 2021, “le prime cessioni e gli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate attraverso l’apposita piattaforma sono stati quasi 4,8 milioni; per un controvalore complessivo di oltre 38,4 milliardi di euro.

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Dei 4,4 milliardi di frodi, 2,3 milliardi sono oggetto di sequestri preventivi da parte della Guardia di Finanza, che in audizione ha spiegato come le truffe più ricorrenti riguardino lavori edilizi non avviati e crediti oggetto di diverse cessioni ‘a catena‘, un sistema creato proprio per ostacolare i controlli e che il governo vuole appunto limitare. Altri160 million euro sono stati sospesi e scartati dall’Agenzia sulla piattaforma ‘cessione crediti’, per effetto delle disposizioni introdotte con il Decreto anti-frodeche consente all’Agenzia di effettuare tale control preventive in presenza di profili di rischio”. L’attività di analisi e controllo svolta dall’Agenzia delle entrate, ha spiegato Ruffini, cui si sono aggiunte le segnalazioni di cittadini vittime inconsapevoli di raggiri, “ha fatto emergere un quadro generale preoccupante”. Sono state riscontrate”gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a socialetà e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari. In alcuni casi, i proventi delle frodi sono stati veicolati all’estero.

La circolazione dei crediti d’imposta, ha proseguito Ruffini, “qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia, rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceita dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro. Infatti, riguardo a un credito oggetto di plurime cessioni può risultare sostanzialmente priva di efficacia una verifica svolta solo nei confronti dell’ultimo cessionario che ne chiede la monetizzazione. Ad ogni buon conto, può rilevarsi come non tutti gli intermediari finanziari siano stati danneggiatiRuffini concludes.

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